A che velocità crescono le ricerche sulla cannabis terapeutica? Giorno per giorno assistiamo alla produzione di un’inusitata mole di ricerche in merito, mentre sempre più stati prendono la via della legalizzazione.

Per rispondere a questa domanda un gruppo di ricercatori con sede in Israele si è occupato di raccogliere tutti gli studi sulla marijuana medica dal 2000 al 2017, servendosi dei database più utilizzati nel settore: PubMed e Web of Science.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Population Health Management, è disponibile a questo indirizzo.

Come si può notare da questo primo grafico, la ricerca sulla cannabis ha decisamente accelerato negli ultimi anni, superando la crescita della ricerca scientifica nel suo complesso.

 

 

Mentre il numero complessivo di pubblicazioni scientifiche all'anno su PubMed è aumentato di 2,5 volte durante gli anni in rassegna, il numero di pubblicazioni che esaminano la cannabis è aumentato di 4,5 volte, da 620 a 2388. Il numero di studi incentrati sulla cannabis medica è aumentato di nove volte rispetto allo stesso periodo, da 82 nel 2000 a 742 nel 2017.

Parlando di paesi e politiche statali, vediamo che gli States producono la maggior parte di queste ricerche (il 66% degli studi dal 2000 al 2017); questo nonostante la marijuana resti illegale a livello federale. Al secondo posto troviamo il Canada, responsabile per il 7,5% degli studi.

Gli autori dello studio sottolineano come le politiche proibizioniste e il loro parziale superamento nel corso degli anni ’70, abbiano inciso sul progredire della ricerca. Allo stesso modo sembra aver inciso, in anni più recenti, la convenzione unica delle nazioni unite che, sostenuta dalla gran parte dei paesi sviluppati, proibiva l’uso ricreativo della cannabis.

È interessante notare come la significativa crescita del numero di pubblicazioni a partire dal 2013, sembri in parallelo con la legislazione che autorizza l'uso della cannabis ricreativa negli Stati di Washington e Colorado nel 2012 e in Alaska e Oregon nel 2014, e successivamente in molti altri paesi.

Nell’ambito di questo studio dall’indubitabile potenziale euristico, i ricercatori hanno deciso di classificare il materiale raccolto anche secondo differenti patologie e terapie, così da evidenziare eventuali campi ancora poco sondati. Lo si vede nel grafico sottostante.