L'olio di cannabis sativa L. è al momento una delle preparazioni più diffuse nella terapia con cannabinoidi italiana. Anche se non previsto come preparazione rimborsabile dal SS, si è rivelato uno dei prodotti più biodisponibili e facilmente utilizzabili in commercio.
La forza dell'olio, che ha convinto gran parte dei medici prescrittori a preferirlo alle semplici cartine o al decotto, è la sua facilità di utilizzo e la possibilità di dosare la terapia con grande precisione e graduali variazioni, grazie alla sua formulazione in gocce.
APPROFONDISCI - Dall'efficienza alla biodisponibilità, l'esempio dell'olio di cannabis
Veniamo ora a come allestire quest'olio nel modo migliore, adempimenti burocratici a parte.
Pesiamo la quantità totale di sostanza vegetale prescritta dal medico e, tramite micronizzatore, trituriamo finemente il tutto. L'uso del micronizzatore permette di ridurre l'infiorescenza a dimensioni minime senza alcuna perdita di materiale (come potrebbe accadere utilizzando un grinder) o riscaldamento dovuto ad attrito (come succederebbe usando un comune frullatore).
A questo punto prepariamo un cartoccio di carta di alluminio predisponendo su di essa, uniformemente, la sostanza, fino a raggiungere uno spessore di massimo 4 mm. ripieghiamo il foglio di alluminio su se stesso cercando di sigillare quanto più possibile i bordi. Questo procedimento serve a limitare la perdita di vapori durante il processo di decarbossilazione, così da mantenere inalterato il fitocomplesso.
Accendiamo il forno da laboratorio per raggiungere la temperatura di 145°C e vi introduciamo il cartoccio così da procedere alla decarbossilazione per cinque minuti. ATTENZIONE, il tempo di decarbossilazione può variare sensibilmente in base alla quantità di sostanza e al risultato finale che ci si aspetta di ottenere!
Ultimata la decarbossilazione, possiamo estrarre il cartoccio dal forno e lasciarlo raffreddare per una quindicina di minuti circa: il tempo necessario a lasciar condensare i vapori formatisi durante il riscaldamento.
A questo punto possiamo misurare il volume di olio d'oliva F.U. richiesto dal medico in ricetta; versiamo l'olio nel becher adeguato e facendo attenzione apriamo il cartoccio, così da travasarne l'intero contenuto nello stesso becher.
Prepariamo l'agitatore termomagnetico: azioniamo la piastra riscaldante impostando la temperatura di 40°C e posizioniamo un bagnomaria sopra la piastra, con un becher contenente dell'acqua.
L’agitatore magnetico è uno degli strumenti di base di qualsiasi laboratorio scientifico. Viene utilizzato solitamente per mescolare efficacemente e senza l'ausilio di aste ed agitatori esterni, un solvente e uno o più soluti, ovvero anche dei reagenti, mediante la rotazione di un'ancoretta magnetica sul fondo di un contenitore sul quale agisce un campo magnetico. La dimensione e la forma dell'ancoretta magnetica determinano l'efficacia dell'agitazione stessa a parità di velocità di agitazione. È opportuno quindi scegliere l'ancoretta magnetica più adeguata in relazione alla quantità e qualità di liquido in lavorazione nonché al tipo di contenitore utilizzato.
Introduciamo un'ancoretta magnetica da 4 cm all'interno del becher con l'olio e la cannabis decarbossilata; a questo punto quindi, inseriamo il suddetto becher olio/cannabis nel becher predisposto per il bagnomaria sulla piastra.
Possiamo azionare l'agitatore termomagnetico, impostando il valore di rotazione magnetica a 500. Attenderemo circa 20 minuti per ottimizzare l'estrazione.
Predisponiamo il torchio per la separazione dell'olio dalla sostanza vegetale. Dovremo versare il contenuto del becher olio/cannabis (passato dall'agitatore termomagnetico) nell'alloggiamento superiore del torchio.
È il momento della torchiatura. Questo procedimento varia in base allo strumento utilizzato per via della pressione esercitata/esercitabile. L'ideale sarebbe poter usufruire di un macchinario in grado di imprimere una pressione misurabile e dunque, fornito di un barometro.
Infine potremo disporre l'olio estratto con la torchiatura nell'apposito contenitore, dotato di contagocce. Prima di chiuderlo preleveremo con una siringa da insulina, 1,5 ml di sostanza, da spedire al laboratorio di analisi autorizzato per la certificazione della titolazione.