Conoscere i principali fitocannabinoidi non è un traguardo importante solamente per la scienza, ma anche per la consapevolezza dell'assuntore medio e dell'utilizzatore terapeutico. Diverse strain potrebbero applicarsi a diverse patologie/problematiche.

Sono molte le molecole contenute nella cannabis. È importante tenere a mente questa nozione, seppur semplice, poiché la credenza che la pianta sia composta di un confuso tutt’uno dagli effetti “droganti” ha remato contro gli usi terapeutici dei cannabinoidi per lungo tempo. L’unica molecola dagli effetti spiccatamente psicotropi è il THC, ma anche CBC, CBG, THCV, con tutti i loro relativi acidi cannabinolici (THCA, CBDA, etc.) hanno effetti e funzioni.

I fitocannabinoidi sono prodotti nella cannabis, ma la loro ragione d’esistere evolutiva ed ecologica era in dubbio fino a poco tempo fa. La produzione di THC nella pianta è legata all’assorbimento di energia luminosa (Potter, 2009). Ormai è noto che CBG e CBC (ElSohly et al., 1982), così come THC e CBD (McPartland, 1984) sono leggermente antifungini contro alcuni patogeni. Ancor più pertinente è la viscosità meccanica dei tricomi capaci, ad esempio, di intrappolare gli insetti (Potter, 2009).

L'acido tetraidrocannabinolico (THCA) e l'acido cannabicromenico (Morimoto et al., 2007), così come l'acido cannabidiolico e l'acido cannabigerolico (CBGA; Shoyama et al., 2008) producono necrosi nelle cellule vegetali. THCA e CBGA, poi, hanno dimostrato di essere insetticidi a tutti gli effetti (Sirikantaramas et al., 2005).

 

fitocannabinoidi

 

Normalmente, gli acidi dei cannabinoidi sono sequestrati nei tricomi lontano dai tessuti dei fiori. Qualsiasi rottura di tricomi alla senescenza può contribuire alla potatura naturale delle foglie più basse che altrimenti utilizzerebbero l'energia che la pianta tende preferenzialmente a deviare verso il fiore, in continui sforzi per influenzare la fertilizzazione; questo, generalmente, invano nel caso dell'orticoltura umana per la produzione farmaceutica.

Sono stati identificati oltre 100 fitocannabinoidi (Brenneisen, 2007; Mehmedic et al., 2010), ma molti, artefatti dell'analisi o prodotti in quantità di tracce, non hanno consentito un'indagine approfondita. La farmacologia dei fitocannabinoidi più accessibili si ritrova in eccellenti revisioni recenti (Pertwee et al., 2007; Izzo et al., 2009; De Petrocellis e Di Marzo, 2010; De Petrocellis et al., 2011), suscitando particolare interesse, specie riguardo al loro potenziale sinergico.