Riempite un pentolino di metallo con dell'acqua a temperatura ambiente. prima di accendere il fornello, introdurre la dose di cannabis indicata dal medico e poi coprire il pentolino con un coperchio.

    

Accendete il fuoco per portare l'acqua a ebollizione e una volta raggiunta lasciate che si protragga per almeno 25 minuti aggiungendo, eventualmente, altra acqua già bollente. L'acqua non raggiungerà mai le temperature adatte alla completa decarbossilazione della cannabis (circa 180°C), perciò allungare i tempi è una soluzione, tutt'altro che definitiva, ma conveniente.

    

A questo punto è il caso di aggiungere un 20% di latte intero (in rapporto all'acqua contenuta nel recipiente) per favorire una reale estrazione dei cannabinoidi, che sono liposolubili. Lasciar bollire per altri 25 minuti per poi spegnere il fuoco e far raffreddare il decotto.

  

Si consiglia di bere il decotto facendo molta attenzione a recuperare tutti i residui di cannabis che, a causa della particolare interazione con l'acqua, avranno aderito alla tazza invece che rimanere in infusione; così potrete minimizzare la perdita di sostanza vegetale.

Questo tipo di preparazione risulta fin troppo laboriosa per l'utilizzo che in definitiva se ne può fare; infatti un'estrazione del genere (se di estrazione si può parlare) non consente di titolare nemmeno lontanamente il prodotto e riesce sempre differente ad ogni occasione. Come si è visto richiede poi tempi di decozione molto lunghi e una certa operosità del paziente stesso.

Può avere una certa validità per i neofiti che stiano iniziando una terapia piuttosto blanda, così da prendere confidenza con la sostanza a concentrazioni veramente molto basse.