La resina di cannabis si presenta come una massa scura e particolarmente densa. Il metodo di preparazione utilizzato per produrla consente di conservare clorofille e cere contenute nella pianta; il risultato è un’estrazione capace di mantenere quasi inalterato il profilo naturale della cannabis.
Per via della sua viscosità, la resina viene normalmente dispensata con siringhe precedentemente riempite invece che con semplici contagocce. Questa particolare consistenza rende in un certo qual modo più laboriosa la somministrazione, che necessita di alcune delucidazioni.
Utilizzare la siringa come si è abituati a fare, ossia spingendo il pistone con il pollice, può far fuoriuscire dosi massicce di resina, che invece deve essere dispensata in gocce. Per lo stesso motivo, ossia evitare errori nel dosaggio, non è affatto consigliabile versare il contenuto della siringa direttamente in bocca, ma aiutandosi con un dito.
Molto importante, prima di tutto, è indossare dei guanti in lattice; i cannabinoidi contenuti nella resina potrebbero essere trattenuti dalla pelle per poi venire a contatto per sbaglio con occhi, edibili, etc. Il pistone, stretto alla base tra pollice e indice, deve essere accompagnato verso l’alto con delicatezza, finché dalla siringa non sia uscita una goccia di resina da prelevare con un il (o uno stuzzicadenti). Il composto va collocato sulla gengiva, a contatto con la guancia.
Posologia della resina
La resina è un estratto della cannabis molto concentrato e di (relativamente) complessa dispensazione; c’è bisogno dunque di alcuni chiarimenti circa il suo dosaggio, specialmente quando sia necessario assumere grandi quantità di cannabinoidi (es.: 0,5-1g). Lo schema posologico rimane simile a quello di oli e tinture, con un incremento graduale e attento alle risposte fisiologiche del paziente, ma con maggiore cautela. Per esempio, anche se si è già avvezzi all’uso dei derivati della cannabis, con la resina è sempre consigliabile cominciare il trattamento con dosi da 1⁄2 o una goccia, aumentando gradualmente ogni 3-4 giorni. Le tempistiche, in questo senso, devono adattarsi alla comparsa degli effetti psicotropi più o meno gradevoli nel paziente. Quest’ultimo svilupperà nel tempo una certa tolleranza, così da poter aumentare il dosaggio fino a un grammo (o più, in base alle indicazioni del medico) nel giro di 30- 40 giorni.