Gli elementi che contribuiscono a determinare la corretta posologia della cannabis in un paziente sono molti, rendendo tempi e dosaggi variabili e notevolmente difformi di caso in caso. In generale, la più importante delle indicazioni in merito è di non sovradosare mai i cannabinoidi, così da evitare un eccessivo effetto di stordimento:

quest’ultimo, suscitando ansie e paure, potrebbe compromettere l’esito di tutta la terapia.

La personalizzazione è dunque essenziale e rende buona norma cominciare sempre con piccole quantità di prodotto per valutarne gli effetti e aumentare gradualmente la dose fino a quella ottimale o prescritta dal medico. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, il corpo si adatterà (sviluppo della tolleranza) agli effetti dei cannabinoidi e sarà in grado di gestirli sempre meglio, metabolizzandoli
correttamente.

A proposito di metabolismo, è importante ricordare che i meccanismi di primo passaggio del THC nel fegato e il metabolismo lipidico rallentano l’azione dei cannabinoidi che, liposolubili, tendono ad accumularsi nei tessuti adiposi per poi essere rilasciati lentamente. Per questo motivo si deve procedere pazientemente da un’applicazione all’altra, che siano a distanza di 6 come di 12 ore, senza precorrere le
tappe nel tentativo di sviluppare prima effetti di qualsiasi genere.

Alcune delle variabili più importanti nella determinazione del profilo posologico della cannabis

  • Sesso, età e peso
  • Natura della patologia
  • Tipo e gravità dei sintomi
  • Risposta individuale
  • Terapie concomitanti
  • Via di somministrazione